martedì 16 agosto 2011

ABUSIVISMO EDILIZIO VENATORIO NEL VICENTINO


Dev’essere un modo per sentirsi più comodi. O per giocare a far la contraerea.  E’ proprio difficile capire che cosa passa nella testa di persone normalissime, almeno in apparenza, che quasi si trasformano con un fucile calibro 12 in mano.   Cosa pensare quando si osservano le altane in legno e metallo, alte parecchi metri, le baracche divenute veri e propri bunker con tanto di feritoie e recinzioni realizzate nei boschi del vicentino?  Quasi linee fortificate permanenti, da dove cacciatori con buona scorta di munizioni sparano a chi ha la malcapitata idea di svolazzare a tiro.  Simile la situazione di Lumezzane (BS), dove il bunker di caccia talvolta sembra un accessorio da giardino delle ville immerse nei boschi.
Iniziano, però, a giungere i primi riscontri alle richieste di informazioni a carattere ambientale e adozione di opportuni interventi inoltrate dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, grazie alle preziose segnalazioni degli attivisti locali della Lega per l’Abolizione della Caccia  alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti con la finalità di verificare se tali installazioni permanenti siano state autorizzate sotto il profilo paesaggistico e per gli aspetti urbanistici.
Il Responsabile del Servizio edilizia e urbanistica del Comune di Malo (VI) ha risposto (Comune di Malo, nota n. 17317 del 10 agosto 2011) all’esposto del 4 luglio 2011 relativamente alle altane di caccia e ai bunker del Monte Pian che per tali strutture non risultano mai presentate istanze di autorizzazione, “né risulta siano mai state rilasciate autorizzazioni edilizie o ambientali siano esse temporanee o permanenti”, rimanendo in attesa degli esiti finali degli accertamenti della Polizia localeper le valutazioni definitive.



Il Responsabile del Settore tecnico (4°) del Comune di Castelgomberto (VI) ha risposto (nota n. 8875 del 5 agosto 2011) all’esposto del 13 luglio 2011 riguardo alle altane di caccia in Contrada Carletti e in località Canton che le “opere … segnalate non risultano essere oggetto di alcun provvedimento autorizzativo in materia edilizia … pertanto necessita l’adozione dei provvedimenti” relativi agli abusi edilizi “anche in considerazione della presenza di vincolo di cui al D. Lgs. n. 42/2004” (vincolo paesaggistico).
Oltre ai Comuni competenti, sono stati coinvolti il Ministero per i beni e le attività culturali, la Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali di Verona, il Comune di Castelgomberto, i Carabinieri del G.T.A. di Treviso, il Corpo forestale dello Stato e – per gli eventuali aspetti di competenza – la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.
Emerge, quindi, una situazione di abusivismo edilizio a fini venatori, meritevole dei necessari provvedimenti di legge concernenti demolizione e ripristino ambientale nei confronti di queste linee Maginot ben poco virtuose.

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