mercoledì 23 maggio 2012

SUPERSTRADA VALSUGANA: NON SIAMO D'ACCORDO




L'assemblea del 10 maggio organizzata dall'amministrazione di San Nazario riguardante la futura superstrada a pedaggio della Valsugana, ci ha particolarmente delusi, e come noi quasi tutti i presenti sotto diversi aspetti.
Siamo già consapevoli che l'arteria del progetto presentato non risolverà il problema del traffico della valle, cosa per la quale il progetto del 1999 approvato dall'ANAS nel 2007 era stato concepito e approvato da tutti. L'infrastruttura proposta in project financing, così pensata infatti, accoglierà un transito di 40.000/50.000, veicoli al giorno tra il centro del Veneto, Trento e l'Europa anzichè gli attuali 12.000 circa.
Sappiamo come noto ed evidenziato dal presidente della comunità montana, che non tutti passeranno per la nuova via per diversi motivi, tra quali il pedaggio stesso (soprattutto per i pendolari) e fobie varie (secondo alcune statistiche; ciò comporterà un transito sulla vecchia ss47 paragonabile a quello attuale, ovvero la prova dell'inutilità dell'opera per i residenti in valle, che subiranno solo il  conseguente impatto ambientale tra cantieri, viadotti, e inquinamento atmosferico, già al limite legale.
Gli abitanti della Valbrenta si sono dimostrati contrari al project financing fin da subito e hanno raccolto attraverso i comitati oltre 2000 firme. Nonostante questo non è stato possibile fermare l'iter ed è stata "accettata" questa imposizione, nella speranza che la nuova arteria potesse risolvere il problema del traffico almeno in parte, ma vista la soluzione presentata dalle ditte, il giudizio da parte nostra è cambiato notevolmente. Le imprese costruttrici infatti, non hanno proposto un progetto simile a quello voluto e approvato da tutti nel 1999 che teneva conto delle esigenze di tutti i comuni, ma hanno fatto a modo loro.
Questo progetto prevede 3 punti intermedi, in prossimità delle zone abitate, per lo scarico del materiale scavato, almeno 3 attraversamenti a cielo aperto nelle valli, e un cantiere immenso al posto del campo da calcio di San Nazario (appena rifatto) mentre il progetto condiviso prevedeva una sola uscita di servizio, con galleria artificiale, in una zona non residenziale, ovvero tra i Fontanazzi e Solagna. Per quale motivo non è possibile riproporre una soluzione simile? Solagna ha chiesto la stessa cosa e proposto lo stesso luogo, ma sembra che l'amministrazione di San Nazario sia interessata a qualcosa d'altro.
E' risultato evidente infatti, nel corso dell'assemblea, che gli amministratori di San Nazario son molto più interessati al by-pass di San Marino come opera compensativa, con conseguente abbattimento dell'orribile viadotto sovrastante. Riteniamo che questa proposta non sia affatto sbagliata (siamo ben consapevoli dell'importanza della richiesta in quanto abbiamo perso un'amica proprio su quel punto) ma non deve distogliere l'attenzione dalle problematiche degli abitanti delle contrade Merlo, Mocellini, via XXV Aprile, Fabbri, Pianari, Fratta, Sarzè e Lanari, nonchè le vie del centro, che saranno percorse da numerosi camion  provenienti dallo scarico di Lanari verso il deposito/stazione ferroviaria previsto nel campo sportivo. Ciò che  ci preoccupa, oltre all'opera finita con i viadotti, sono i cantieri, vere e proprie cave, con i rumorosi nastri trasportatori, con le discenderie, strade a doppia corsia che tracceranno nuove cicatrici nelle zone più suggestive della valle, percorse da centinaia di camion al giorno e non ultima la polvere dovuta al         carico-scarico. Tutto questo è inaccettabile, e l'abbattimento del viadotto di San Marino sembra purtroppo uno specchietto per le allodole per ottenere in ogni caso un "via libera", i nostri amministratori dovrebbero conoscere questi trucchetti, ma a quanto pare funzionano sempre. Temiamo che il sogno dell'eliminazione del mostro di San Marino non venga realizzato, purtroppo, visti i costi proibitivi dello smaltimento del cemento armato. Probabilmente sarà l'ultima cosa che le ditte si proporranno di fare, nel frattempo avranno già completato il resto del percorso con relativi introiti del pedaggio, avranno costruito il casello a nord di San Marino e acquisito la concessione di più chilometri rispetto a quelli iniziali per la propria infrastruttura, ovvero rispetto alla tratta pensata con l'uscita a Pian dei Zocchi.
In seguito alle prime segnalazioni negative da parte delle amministrazioni, le ditte hanno modificato alcune cose del progetto iniziale: quelle riguardanti, San Marino, Rivalta, Pian dei Zocchi sono ottime, ricche di dettagli  e pensate alla perfezione, mentre le altre a sud  (Merlo, Sarzè, Lanari, ecc...), riteniamo siano semplicemente ridicole nonchè preoccupanti.
E' essenziale che il comune di San Nazario si imponga con dei paletti fissi ai fini di conservare un territorio a misura d'uomo e del rispetto dell'ambiente, con la stessa fermezza con cui si è imposto per l'abbattimento del viadotto di San Marino.

Alcuni giovani di San Nazario                                  

venerdì 18 maggio 2012

BOSCO URBANO



Azione per lo sviluppo di spazi alberati in città, 12, 05, 2012 all'alba (città di Bassano del Grappa, area dismessa all'interno del nuovo grande parcheggio cittadino), piantati una ventina di ulivi, altri 70 sono disponibili alla cittadinanza, per essere piantati.




CEMENTO S.P.A.




Abusivismo, mafia, corruzione: tutti i reati collegati al ciclo del cemento e delle costruzioni costituiscono una piaga non soltanto del Sud Italia ma dilagano anche al Nord. Questo uno dei dati emersi da Cemento Spa , il dossier di Legambiente presentato ieri mattina a Genova, in occasione della XVII Giornata contro tutte le mafie, organizzata per sabato a Genova dall’associazione Libera.
Il dossier offre un preoccupante ritratto del malaffare che si annida nel ciclo del cemento e rivela che negli ultimi cinque anni anche il Nord-Italia ha registrato dati allarmanti che indicano come questi fenomeni non siano una prerogativa soltanto del meridione. Dal 2006 al 2010 nel Nord Italia sono state accertate oltre 7.000 infrazioni legate al ciclo del cemento, quasi 10mila persone sono state denunciate, 9 arrestate e 1 migliaio di beni sequestrati.
La regione con il più alto numero di reati è la Liguria. Al secondo posto c’è invece la Lombardia, seguita da Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta. Tra le province del Nord la più colpita è Imperia, seguita da Genova (401), Savona (398) e Sondrio (398). Il maggior numero d’infrazioni si concentra dunque nell’Italia Nord occidentale.
È stato il vorticoso giro d’affari che ruota attorno all’edilizia, oltre che alle grandi opere pubbliche, a far divenire il Nord Italia appetibile per la criminalità organizzata, i cui insediamenti risalgono ai tempi del ‘confino’ dei capi clan siciliani, calabresi e campani.
A muovere la mafia del cemento è un vorticoso giro d’affari collegato alla corruzione e all’abusivismo edilizio. Secondo le stime della Corte dei Conti, buona parte dei 60 miliardi di euro ‘fatturati’ ogni anno nel nostro Paese dalla corruzione può essere ricondotta al sistema degli appalti pubblici e alla ‘valorizzazione’ immobiliare del territorio. Soltanto nel 2010, rivela Legambiente, il mattone illegale ha fatturato, secondo i dati elaborati dalla nostra associazione, almeno 1,8 miliardi di euro.
Enrico Fontana, Responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità Legambiente ha spiegato che il dossier mostra come l’intreccio tra illegalità, corruzione e mafie nel ciclo del cemento costituisca una seria minaccia per l’economia e l’ambiente del Nord Italia. “Dopo aver saccheggiato e impoverito il Mezzogiorno – continua Fontana – i clan stanno sempre di più trasferendo il loro sistema d’imprenditoria criminale nel resto del Paese, sfruttando disattenzioni, sottovalutazioni del problema, vere e proprie complicità”. Ecco perché è necessaria “una reazione forte e immediata da parte di tutti: dalle istituzioni a chi ha responsabilità politiche, dalle imprese ai cittadini”.
Per combattere gli illeciti, Legambiente rilancia tre proposte specifiche. La prima riguarda l’approvazione da parte del Parlamento di un efficace sistema sanzionatorio contro la corruzione che preveda, in particolare, la ratifica della convenzione di Strasburgo del 1999, l’introduzione nel nostro codice di delitti come il traffico d’influenze illecite, la corruzione tra privati, l’autoriciclaggio.
La seconda proposta dell’associazione consiste nell’introduzione nel Codice penale di quei delitti contro l’ambiente, sollecitati dalla direttiva 2008/99/CE, che rappresentano uno strumento indispensabile contro i fenomeni di aggressione illegale al territorio e alle risorse naturali.
Legambiente sottolinea infine l’importanza di definire un Piano nazionale di lotta all’abusivismo edilizio, che individui insieme a Regioni ed enti locali tutti gli strumenti utili per stroncare la mafia del cemento.



lunedì 7 maggio 2012

PER NON DIMENTICARE I LAVORATORI MORTI ALLA TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA




Si apre il processo d’appello contro la sentenza  ai vertici aziendali della  Tricom Galvanica PM di Tezze sul Brenta, (azienda galvanica già condannata nel 2006 dal Tribunale di Cittadella, perchè  responsabile del grave avvelenamento della falda acquifera nell'alta padovana)  assolti dal   tribunale di  Bassano dall'accusa di omicidio colposo per la morte di alcuni operai dell'azienda a causa di malattia contratta nel luogo di lavoro e mancato rispetto delle norme di sicurezza.
La sentenza è stata vergognosa e inaccettabile: “perchè il fatto non sussiste”. Alla lettura della sentenza è montata giustamente la rabbia: due uova lanciate contro il tribunale e qualche frase gridata sono bastati perchè il tribunale di Bassano, così negligente con i padroni accusati di omicidio, diventasse celere e solerte denunciando immediatamente otto lavoratori per minacce e imbrattamento. Anche questa vicenda processuale, tuttora in corso presso il tribunale di Trento, è stata accompagnata da presidi di centinaia di persone solidali e dei comitati locali. Questo processo si concluderà il 27 giugno prossimo.
Il nostro Comitato si è schierato fin dall'inizio con le famiglie degli operai deceduti. Per anni abbiamo seguito il processo di Bassano senza perdere un'udienza, convinti che solo mantenendo alta la tensione e la visibilità sul caso si potevano evitare l’insabbiamento dell’inchiesta.
E' tempo quindi di rilanciare la lotta in vista delle importanti scadenze processuali del 7 e del 27 giugno, organizzando assemblee, presidi e manifestazioni pubbliche, facendo sentire tutto il peso delle sentenze che saranno emesse nelle due sedi.
Invitiamo tutti a partecipare a

·         Venezia il 7 giugno per un presidio pubblico in occasione del processo d'appello sul caso Tricom;
·         Trento il 27 giugno per la manifestazione pubblica in occasione della sentenza del processo contro i nostri otto compagni denunciati.

Data e luoghi saranno segnalati sul nostro sito.

Per sostenere le nostre attività stiamo organizzando un pranzo popolare di sottoscrizione a Bassano località San Michele il 10 giugno prossimo.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Tezze sul Brenta e Bassano del Grappa 

sabato 5 maggio 2012

APPELLO PER SALVARE IL FIUME BRENTA




IL FIUME BRENTA NON PUO' MORIRE 
PER UNA CENTRALE ELETTRICA!

Il corso del fiume Brenta, nel tratto montano del vicentino, è stato da sempre oggetto di enorme sfruttamento idroelettrico (attualmente sono già cinque le centrali attive in questo tratto) con ingenti danni ambientali e paesaggistici.

Ora un recente decreto della Regione Veneto ha concesso l'autorizzazione ad un privato (Ditta Crestani Claudio di Bassano del Grappa) di costruire una nuova centrale idroelettrica per lo sfruttamento delle acque del Brenta nell'unico tratto rimasto a regime naturale dove, negli ultimi anni, si sono sviluppate numerose attività con finalità turistiche, sportive ed educative, che hanno notevolmente valorizzato la Valbrenta sia a livello nazionale che internazionale.

SOLO IN QUESTO TRATTO

* il fiume vive perchè a una portata costante tutto l'anno;
* vivono e si riproducono salmonidi come la trota marmorata ed altre specie  animali protette;
* è possibile esercitare la pesca sportiva e sport fluviali di ogni tipo (rafting, canoa, kayak, hydrospeed,                       river-trekking, river-snorkeling e molti altri);
* molti percorsi lungo le sponde sono stati recuperati e valorizzati come intinerari ciclopedonali ed escursionistici molto frequentati;
* giungono ogni anno sempre più turisti da ogni parte d'Italia e dall'estero con benefici per l'occupazione, gli esercizi commerciali e le strutture ricettive e di ristorazione dei paesi che si allungano lungo le rive del fiume;
* arrivano ogni anno decine di migliaia di studenti provenienti dalle scuole di tutta Italia per visite didattiche e lezioni di educazione ambientale;
* vivono, si allenano e gareggiano campioni di canoa di livelli nazionale e internazionale (2 Medaglie Olimpiche, 5 Campionati del Mondo, 7 Coppe del Mondo, 1 Campione Mondiale Junior, solo per citare i più rilevanti).

Tutto ciò crea uno sviluppo economico e turistico eco-compatibile, permettendo la valorizzazione di questa splendida valle, altrimenti nota solo per la triste Statale che la percorre.

LA CENTRALE NON PORTA NESSUN BENEFICIO
TALE DA GIUSTIFICARE QUESTO DANNO IRREPARABILE


NO A NUOVE CENTRALI IDROELETTRICHE
SUL FIUME BRENTA!


PREPARIAMOCI A MANIFESTARE PER IL FUTURO DELLA VALBRENTA!

Confidiamo nel sostegno di tutti e nel buon senso delle istituzioni per fermare questo scempio ed invitiamo chiunque a visitare la Valbrenta ed il suo spettacolare ambiente naturale.

COMITATO TUTELA FIUME BRENTA


Inviare una mail in regione a difesa del Brenta al seguente link!


http://www.pipam.org/index.php?option=com_wrapper&Itemid=29