domenica 2 settembre 2012

CANI MALTRATTATI A BASSANO


Comunicato stampa del Coordinamento Protezionista Vicentino


             Foto del Giornale di Vicenza 


BASSANO DEL GRAPPA, LE GUARDIE ZOOFILE, DENUNCIANO PENALMENTE NOTO CACCIATORE ALLEVATORE E ADDESTRATORE DI CANI DA CACCIA, I POVERI ANIMALI COSTRETTI A VIVERE COSTANTEMENTE ALL’INTERNO DI UN FURGONE, HANNO FATTO SCATTARE IL SEQUESTRO.

Alcune segnalazioni circostanziate, arrivate alla sede E.N.P.A. davano per certa, la detenzione di alcuni cani da caccia, costantemente all’interno di un piccolo furgone, in zona Marchesane.
Il mezzo parcheggiato in un piazzale condominiale interno, sarebbe inoltre stato esposto alle rigide temperature invernali, e senza protezione durante la calura estiva.
     
Per verificare e certificare questa tipologia singolare di detenzione, e formulare l’ipotesi di reato, le guardie zoofile, hanno effettuato due tornate di appostamento di ventiquattro ore, a distanza di una settimana.
Durante il controllo ininterrotto, le guardie hanno filmato e fotografato tutto, compreso il fatto che i sette cani di razza setter, oltre a vivere costantemente all’interno del mezzo, erano stabulati in due per trasportino, ed uno singolo, nessuno aveva acqua a disposizione.

Per questo motivo, P.P. residente nel Bassanese è stato denunciato per detenzione di animali con modalità incompatibili con la propria natura, il P.M. Giovanni Parolin, ha dato mandato per il sequestro al corpo forestale dello stato, che lo ha messo in pratica la scorsa settimana.

Renzo Rizzi portavoce del CPV intervenendo sull’argomento ha dichiarato: "Questa notizia fa scalpore in quanto l’allevatore è anche un notissimo cacciatore di beccacce, che realizza convegni e scrive libri, quindi presumo traendo profitto anche da questa sua attività".
"Sembra che detenere questi animali in condizioni difficili e in completa sudditanza psicologica, alla totale dipendenza dell’uomo anche per i bisogni primari come l’acqua, possa dare degli importanti  risultati nell’utilizzo degli stessi come mezzi di caccia".
"E’ una cosa abominevole, ma non è nulla di nuovo per quell’ambiente, provate a chiedere alle centinaia di allevatori Veneti che “producono a fine di lucro” cani per questo sport; Dove finiscono tutti quegli animali giovani, dai quattro ai sei mesi, segugi in particolare, che rientrano nelle strutture in seguito “alla prova con bocciatura” e quindi il rifiuto all’acquisto da parte del cacciatore?"
"Credo vi siano pochi dubbi sulla loro sorte, anche loro, “i migliori amici dell’uomo”, vittime di una tradizione che evoca un lontano passato legato alla sopravvivenza, tramutatosi oggi, in null’altro che un sanguinario gioco per adulti insensibili".