La Valsugana sotto attacco dei cavatori e dei gruppi finanziari che progettano una viabilità distruttiva dell’ambiente naturale e della salute dei suoi abitanti
Per risolvere la viabilità nel tratto vicentino della Valle, fin dal Marzo 1998, otto Comitati, espressione dei cittadini, di ogni tendenza politica, dei vari Comuni interessati alla Superstrada, si riunirono in “Coordinamento Unitario dei Comitati ‘ Per vivere in Valbrenta’”, al fine di cercare una soluzione definitiva circa il tracciato che la Superstrada doveva seguire per il suo completamento e ciò in collaborazione e supporto alle Amministrazioni comunali che, a quel tempo, non erano d’accordo e, ciascuna, a salvaguardia del proprio “campanile”, prendeva le decisioni che le erano più convenienti.
Avevamo riscontrato una omogenea identità di vedute, quale soluzione più naturale e logica, partendo da una ipotesi di progetto, elaborata dal prof. Abrami dell’Università di Venezia e abbiamo convinto su tale indicazione tutte le Amministrazioni comunali raccogliendo, a supporto, oltre 2000 firme di residenti.
Il nostro comune indirizzo era di realizzare una Superstrada in sinistra Brenta, prevalentemente in galleria, senza viadotti, con sbocchi in zone non abitate e al confine dei vari paesi, che mantenesse integro l’ambiente nel tratto più caratteristico della valle, non distruggesse manufatti già esistenti, attenuasse l’inquinamento acustico e permettesse un flusso veloce del traffico commerciale, lasciando a disposizione dei residenti le strade già esistenti.
L’elaborazione definitiva di tale progetto, supportata dall’ing. Rinaldi, allora Presidente di Italia Nostra di Bassano e sponsorizzata dal Cons. Prov. Ciambetti, ora Assessore Regionale, è stata realizzata con un progetto costato 1.733.626,00 euro dallo Studio RPA di Verona dell’ing. Sparesotto.
A tale progetto avevano dato la loro approvazione, all’unanimità, tutte le Amministrazioni comunali, il Consiglio della Comunità Montana, la Provincia, la Regione e l’ ANAS: il progetto è giacente presso l’ ANAS dal 2004, e, per mancanza di fondi, non è stato finanziato. Poi la Regione, dichiarando la pubblica utilità, ha deciso di realizzare l’opera con un project finance e, a settembre 2009, è stata presentata una ipotesi di progetto in destra Brenta, talmente sconcertante per lo sconvolgimento del territorio, da essere contestato da tutti, con una raccolta di altre 2000 firme, tanto da essere cestinato.
E ora viene presentato al VIA questo progetto di Superstrada a pagamento, dalle dimensioni di Autostrada che prevede, per il 2021 il passaggio di 38.733 veicoli, mentre, attualmente, ne transitano 10/15.000, con il relativo inquinamento atmosferico a cui si deve aggiungere quello creato dalle auto che transiteranno nell’attuale statale 47.
I sindaci di valle nell’esame costi-benefici non hanno rilevato che i costi sono nettamente superiori e ricadono sulle popolazioni del Canal del Brenta e stanno accettando, quasi supinamente, l’imposizione di tale progetto che, probabilmente, non risolve completamente la viabilità della valle. Essi sono stati eletti per rappresentare i cittadini, per difenderne la salute, l’ambiente, il buon e quieto vivere, le proprietà.
Riteniamo sia noto a tutti che il Veneto è una delle Regioni più inquinate d’Italia e, la zona di valle e di Bassano ha l’incidenza di mortalità tumorali è tra le più alte. Con ciò non si vuole addebitarlo esclusivamente all’inquinamento dovuto al traffico ma, sicuramente, un triplicare o quadruplicare del traffico, rispetto all’attuale, unito alle polveri derivanti dall’escavazione delle gallerie e dal trasporto di ghiaie delle cave che insistono in valle, dovrebbe destare nei responsabili delle grossissime preoccupazioni di coscienza.
Agire in ordine sparso, come già accaduto, dà indicazione di quale sia la nostra debolezza. Suggerire delle possibili variazioni sostanziali non ha, finora, ottenuto alcun risultato concreto nella modifica del tracciato di base: qualche piccola concessione sulle discenderie, sulle strade di accesso per la costruzione dei viadotti, qualche compensazione di marginale importanza e varie ipotesi nel possibile prolungamento a nord di Pian dei Zocchi fino alla località di S.Marino.
Non si parla dello scarico dei materiali di galleria a Pian dei Zocchi, nè, tanto meno, possiamo essere confortati dai dati che ci vengono forniti sul trattamento dei fumi delle gallerie e i relativi impianti per la loro depurazione, né dell’esenzione dei tiket autostradali per i residenti a nord. E non ci poniamo, comunque, il problema degli scarichi inquinanti dei 38.000 autoveicoli nella piana di Cismon e nella strettoia di Primolano? Sappiamo che il vento soffia a nord per 12 ore e per altrettante a sud contribuendo, ulteriormente, ad inquinare la valle.
Gli amministratori locali non hanno preso in considerazione il problema di tutte le problematiche e i disagi che subirà la popolazione durante gli anni necessari alla realizzazione dei lavori, con i rumori derivanti dall’escavazione, dalla frantumazione dei materiali estratti, dalle polveri relative, dall’aumento del traffico, lungo le strette strade al centro dei paesi,per il trasporto dei materiali necessari.
Qual è la logica di una politica che, mentre in destra Brenta, dà contributi per il mantenimento ambientale e storico di terrazzamenti, sostenuti da muri a secco, in sinistra Brenta propone viadotti e le relative strade di accesso in cemento, distruggendo analoghi terrazzamenti?
Questo, al momento, è un progetto fine a se stesso, in quanto non ne è prevista la continuazione a nord e che va a inserirsi a sud di Cismon nell’attuale statale 47, di dimensioni sicuramente insufficienti a contenere un traffico così elevato, specie nella zona a nord tra Cismon e la strettoia di valle che porta a Primolano e che non ha previsioni di continuazione nella Provincia di Trento.
Tra l’altro, è di questi giorni l’apertura del primo tratto della Autostrada Valdastico Sud e, da molto tempo, si sta parlando della possibilità di realizzare la Valdastico Nord il cui progetto avrebbe l’appoggio del Governo e dell’Unione Europea, visto che il proseguimento della A 31 fino a Besenello (Trento) è stato inserito nella rete stradale europea Ten-T (Rete Collegamenti Tran Europee), che i singoli Paesi devono recepire.
E ciò non renderebbe superflua questa Auto-Superstrada per raggiungere Trento molto più lunga in termini di chilometraggio? Perchè se tale opera è ritenuta indispensabile, quindi di pubblica utilità, i sindaci di valle, di comune accordo, non esigono che venga realizzata l’alternativa n° 2 del proponente che prevede il traforo da Romano a Cismon (con l’uscita nel punto più stretto della valle) e pretendono che, attraversato il Brenta, si prosegua in sinistra Brenta, in galleria, fino alla località Pianello ? Si risolverebbero così tutti i problemi della valle.
Non ci si deve basare su singole promesse e assicurazioni, che lasciano il tempo che trovano, ma tutte le Amministrazioni unite votino come ha fatto l’Amministrazione di Solagna, contro questa o altre soluzioni che non riportino quanto richiesto, e che ciò sia parte integrante del progetto.
Se così non fosse, meglio sarebbe, e lo dicono con amarezza i tanti che da 14 anni si sono impegnati per creare una strada alternativa alla statale 47, che non si facesse nulla. Che si pretendesse dallo Stato una galleria in doppia corsia, come quella che da Primolano porta ad Arsie che, partendo dalla località Merlo di S.Nazario, arrivasse fino oltre la cava di Carpanè e allargando la strada dal ponte di Campolongo fino al Merlo. Si manterrebbero, così, le attuali quote di traffico che vanno da 10 massimo 15.000 automezzi.
Viste le attuali situazioni economiche l’unico sviluppo che la Valle, grazie ai particolari pregi naturalistici e storici, che la rendono unica, può avere, è quello turistico.
Però abbiamo la cava di Carpanè che, vista dall’alto ha delle dimensioni enormi e impressionanti , inquina con le poveri sottili , esponendo al pericolo di gravi patologie la popolazione particolarmente dei Comuni di Valstagna e S. Nazario.
Ci stanno portando via la ghiaia delle conoidi, lasciando, al posto del verde alberato , delle zone ghiaiose a precipizio di decine di metri a su cui non cresce un filo d’erba e che modificano il microclima.
Cercano di espropriarci dell’acqua del fiume, con la costruzione di una nuova centrale, creando un danno irrimediabile alla fauna ittica e allo sporte alla qualità della vita rivierasca.
Ora ci vogliono prendere anche l’aria. E’ questo che i nostri Amministratori vogliono?
La popolazione sicuramente no, perché si desidera essere trattati da cittadini e non da sudditi!
Italia Nostra sezione di Bassano
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