domenica 27 gennaio 2013
A ROSSANO VENETO IL POZZO DI VIA SAN PAOLO “A RISCHIO DI CONTAMINAZIONE”
COMUNICATO STAMPA
Il Comitato “No gassificatore...” di Cassola e Rossano Veneto, dopo aver esperito, nell'estate del 2012 inutili tentativi, sia in colloqui con l'Assessore Regionale, sia in interpellanze scritte allo Stesso e al Dirigente dell'Ufficio urbanistico regionale, nonostante le sicure ed anche polemiche affermazioni del Sindaco di Rossano Veneto, ha deciso di sua iniziativa di andare fino in fondo alla poco chiara situazione riguardante la sicurezza dell'acqua potabile di Rossano Veneto e di Galliera Veneta pompata nella rete di distribuzione dal pozzo Pz0165 di Via San Paolo.
Come noto il pozzo in questione si trova a poca distanza da un'area produttiva del comune di Cassola in cui è previsto l'insediamento di un “Impianto di stoccaggio rifiuti non pericolosi e pericolosi e recupero rifiuti non pericolosi” della ditta Ecotrasporti di Cassola, autorizzato con delibera 2399/2011 della Regione Veneto. Tali insediamenti sono vietati per legge entro le zone di rispetto dei pozzi idropotabili.
Il Comitato ha commissionato al Dott. Geol. Gian Paolo Droli (Hydrogeologist U.E. Certified - D.E.A. Ecole nationale des Mines de Paris), certamente uno specialista tra i pochi in Italia nello specifico settore, il compito di una verifica puntuale sull'esistenza o meno di pericoli di inquinamento al pozzo in questione nel caso dell'insediamento autorizzato dalla Regione Veneto.
Lo studio del Dott. Droli è giunto a conclusioni perentorie:
“Il pozzo di attingimento idropotabile pubblico Pz0165, posto a 207m a valle piezometrica rispetto all'impianto Ecotrasporti, è in posizione fortemente “a rischio” di contaminazione/inquinamento per l'entrata nel pozzo di un eventuale “plume” inquinato in falda proveniente dall'impianto stesso” (il plume inquinato è una sorta di vera e propria nube inquinata che si propaga nella falda con la velocità e le direzioni dell'acqua di falda stessa).
Le principali cause di inquinamento al pozzo, ma anche alle risorgive, la cui linea si trova pochi km. a sud dell'impianto, segnalate dall'idrogeologo possono essere originate in fase di esercizio ordinario da rotture, degrado dei sistemi impermeabilizzanti e delle protezioni, per imprevisti gestionali, ma anche per incidenti, incendio incontrollato al sito, sversamenti accidentali di sostanze tossiche/inquinanti durante i trasporti, acque piovane e di lavaggio.
I vari elementi vengono analiticamente presi in esame in modo scientifico e, purtroppo, il quadro che ne risulta non è per nulla tranquillizzante.
Di tutto questo il progetto non mette in risalto nulla, come afferma il Dott. Droli: “Va subito detto che soprattutto il rischio sanitario idropotabile - seppure presente, grave e ben noto agli addetti ai lavori - non è stato trattato e neppure menzionato nello S.I.A”.
A questo silenzio si devono aggiungere anche altri elementi di cui molti già sottolineati dal Comitato nei documenti inviati in Regione l'estate scorsa: l'illegittima destinazione d'uso del terreno su cui dovrebbe essere collocata l'attività Ecotrasporti, in base ad un accordo tra Provincia e Comune di Cassola del 2004, mai attuato e rispettato; il contrasto con l'area di rispetto al pozzo di Via San Paolo, già definita nel 2001 e inserita dalla Provincia nel 2003 nel suo “programma Prov.le di Previsione e Prevenzione dei Rischi” da cui è derivato nel 2007 il Piano Provinciale di Emergenza della Provincia di Vicenza ; il contrasto con il P.T.C.P. di Vicenza, adottato nel 2010 sia per quanto concerne la protezione della falda acquifera, come il rispetto del corridoio ecologico individuato in quella zona; il falso progettuale che prevede lo sversamento delle vasche di decantazione della seconda pioggia nella “fognatura pubblica acque bianche”, che non esiste e quindi verranno sversate nuovamente nel suolo circostante.
In considerazione di tutti questi elementi il Comitato, assistito dall'Avvocato Gianluigi Ceruti di Rovigo, esperto nelle problematiche ambientali, nei primi giorni del 2013 ha inviato un dettagliato esposto al Presidente della Giunta regionale del Veneto dott. Zaia, al Presidente della Commissione V.I.A. Ing. Silvano Vernizzi e, in copia, a tutti gli Enti Istituzionali interessati, per richiedere il riesame di tutta la pratica Ecotrasporti con l'espletamento di una nuova V.I.A.
Ad oggi non ci è pervenuta alcuna risposta, anzi, le persone con cui avevamo anche dialogato si sono rese irreperibili.
All'assemblea organizzata per mercoledì 30 gennaio, di cui inviamo copia del volantino di convocazione, sarà illustrato tutto il percorso, dalla viva voce dell'Avv. Ceruti e del Dott. Droli: è giusto che la popolazione conosca sia i rischi per la salute, sia gli atteggiamenti delle Istituzioni.
Per parte nostra, come si può leggere dal volantino, prepareremo anche un testo informativo ai sensi dell'art. 309 dlgs.152/2006, che i cittadini possono sottoscrivere e che invieremo quanto prima alle prefetture di Padova e Vicenza per le relative competenze.
Egidio Bizzotto.
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