martedì 3 maggio 2011

MUFLONE FERITO DIFESO DAI COLTELLI DI CACCIATORI E POLIZIA PROVINCIALE.




Quanto è accaduto alla sig. Giorgia Marangoni lascia increduli sgomenti e perplessi,  ecco la sua testimonianza: In data 25 aprile, mentre scendevo dall’Altopiano di Asiago, in località Ciscati (Comune di Conco) rinvenivo sul ciglio della strada un piccolo di muflone ferito, probabilmente investito da un’auto. Mi fermavo con l’auto a lato della strada e provvedevo a telefonare immediatamente al 115 segnalando il fatto. L’operatore mi rispose che avrebbe immediatamente avvisato la Polizia Provinciale, organo competente per territorio.

Dopo più di un’ora dalla mia telefonata, venivo contattata al cellulare da un agente di polizia provinciale che si qualificava chiedendomi dettagli sul fatto e luogo.
Dopo averlo sollecitato, data la contingenza della situazione, spiegavo di aver rinvenuto il piccolo di muflone ferito e di aver già fermato un signore che si era presentato con un coltello per sgozzare l’animale, chiarendogli che il piccolo sembrava ferito in modo non grave, tanto che si era alzato in piedi ed era riuscito ad attraversare la strada.
L’agente mi diceva telefonicamente, testuali parole, “Cosa pensa che possa fare io?
Non esistono veterinari né centri per il recupero della fauna selvatica, gli animali vengono abbattuti.
E poi, lo paga lei il veterinario?”.

Io, allibita nel sentire tali parole e comunque impossibilitata a fare in quel momento le opportune verifiche sulla veridicità delle affermazioni dell’agente, chiedevo: “Ma cosa sta dicendo? Come puo’ dire che non vi sono centri di riferimento al quale Lei, quale organo competente, può affidare l’animale per le cure del caso?”.
Risponde: “Probabilmente lei signora ha visto molti film”, comunque arriverò tra circa un’ora perché c’è traffico.
A tale affermazione replicavo: “Quindi lei non puo’ fare nulla se non abbattere l’animale? Io non posso credere che non ci sia un veterinario reperibile”.
Risponde: “Allora veda lei cosa fare, io non posso fare altro e le ripeto che per questi animali non esistono veterinari”.
Io, ancora più sconcertata ed impossibilitata a caricare l’animale in auto, (avevo mia figlia di 23 mesi con me!) riferivo che l’avrei comunque atteso sul posto.
Dopo circa 30 minuti, si presenta sul posto un tale, che lasciando il suo nominativo dice di essere Presidente dei Cacciatori e guardando l’animale, dice: “Non serve chiamare la Polizia Provinciale”, mi arrangio io, l’animale ha osso del collo rotto”. Io ribattevo: “Ma è un medico veterinario?”.

Di lì a poco arrivava l’agente, parla a bassa voce con il presidente dei cacciatori, e dice:”Andate pure tutti via, ci arrangiamo noi”, facendo intendere che avrebbero provveduto ad abbattere l’animale sul posto.

Dopo due ore la polizia provinciale ha riferito che il muflone era morto: ma in che modo?

Renzo Rizzi del C.P.V. ha aggiunto: Il comportamento dell’agente se confermato anche  l’abbattimento del piccolo di muflone risulta inqualificabile, non rispettando ne il prossimo ne il protocollo ne il buon senso, una segnalazione su questo fatto è stata avviata alla procura della repubblica e al corpo forestale dello stato.
Al comandante Claudio Meggiolaro chiedo: comandante, sono queste le disposizioni impartite ai suoi uomini? Se non sono queste, come io immagino, che misure prenderà rispetto ai fatti ? Per ultimo, Il piccolo di muflone è stato scannato sul posto senza l’intervento del veterinario?

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