martedì 13 marzo 2012

NEL BASSANESE SCOVATE COSTRUZIONI ABUSIVE PER LA CACCIA


Il fenomeno è di proporzioni bibliche, le postazioni abusive sfuggite ai controlli della forestale e ai comuni sono centinaia, ora tocca al territorio Bassanese. Continua la campagna effettuata dalla LAC e dall'ENPA sezione di Vicenza in collaborazione con il Gruppo di Intervento Giuridico per verificare la legittimità urbanistiche paesaggistica di numerose strutture, ad uso venatorio realizzate in questi ultimi vent'anni: altane, torrette e capanni, sono serviti abusivamente e illegittimamente per massacrare centinaia di migliaia di animali.

Decine le strutture rinvenute sulle colline di Marsan, e Valle San Floriano di Marostica, a San Michele e a Valrovina di Bassano, a Romano d'Ezzelino, a Campolongo e a Borso del Grappa. Anche in questi casi, come nei precedenti, sono stati interessati oltre ai comuni territorialmente competenti, i Carabinieri del G.T.A. di Treviso, il Corpo Forestale dello Stato, e per gli aspetti di competenza le varie Procure.
Ecco quindi che, dopo i comuni di Malo, Castelgomberto, Arzignano e Isola Vicentina nei quali le costruzioni censite sono risultate, nella quasi totalità, completamente prive di autorizzazioni urbanistico-edilizie e paesaggistiche si scopre che anche il nord est della provincia non è immune da tanto scempio.
Anche il Coordinamento Protezionista Vicentino ha avviato un'attività di monitoraggio sulle prealpi venete per verificare un fenomeno di compromissione territoriale ai fini venatori, che appare finora sfuggito a controlli sull'aspetto della legalità, dei valori naturalistici del territorio e dell'incolumità delle persone.

La legge prevede che per costruire strutture di questo tipo, il proprietario del fondo deve presentare il progetto al Comune e ottenere il permesso di costruire, naturalmente la struttura deve rispettare tutti i canoni di sicurezza previsti per il suo utilizzo, considerato che a fruirne sono persone armate che si trovano anche a decine di metri da terra.. Inoltre se le strutture sono situate in aree S.I.C. (Siti d'Importanza Comunitaria) e Z.P.S.(Zone di Protezione Speciale) è necessaria anche la verifica preventiva finalizzata a decidere l'eventuale successiva valutazione d'incidenza (D.P.R. n.357 /1997 e D.P.R. n.120 /2003).
Le "altane", vere e proprie postazioni sopraelevate, alte anche 20/30 metri dal suolo, sono realizzate dai cacciatori con ferro, legno, plastica e teli, vengono costruite sia sui boschi, per la caccia ad ungulati e cinghiali, sia sui crinali dove si concentra la migrazione dei passeriformi; decine le vecchie postazioni abbandonate nel più totale degrado con pezzi pericolosamente penzolanti e arrugginiti che mettono l'incolumità di qualsiasi ignara persona che per diletto decidesse di fare una passeggiata in collina o nei boschi, esempio luminoso "dell'Amore per la natura e per l'ambiente" di cui si vantano tenacemente i seguaci di Diana.

I volontari delle Associazioni ambientaliste e animaliste stanno passando a setaccio ogni bosco, ogni radura, ogni singolo terreno in provincia di Vicenza e non solo, alla ricerca di queste strutture irregolari successivamente, come fatto finora, partono le denunce ovviamente anche a carico del proprietario del terreno, co-responsabile dell'abuso edilizio.
Lega Anti Caccia

Fonte: BassanoPiù.  

 

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