E' rimasto solo l'imprenditore che denunciò il sistema delle cave dell'Altopiano di Asiago
Aveva denunciato, due anni fa, il sistema che governa le cave nell'altopiano di Asiago. Ora il cavatore Pietro Colpo denuncia: «L'Altopiano è peggio del sud Italia. In mano alla mafia. Solo che qui non usano le pistole, ti uccidono con l'ostruzionismo e se non accetti di far parte del 'sistema'».
Le sue rivelazioni avevano portato all'arresto di Angelo Canalia dell'Ufficio cave e miniere della Provincia di Vicenza. Dopo due anni nessun cavatore ha confermato la versione di Colpo e, sul fronte delle indagini, non si ha notizia di ulteriori sviluppi.
Tutto nasce dal rifiuto opposto dal cavatore alla richiesta di una tangente, da parte del Canalia, per l'apertura di una nuova cava ad Asiago. Da allora una sequela infinita di vessazioni: «ho subito ben 3 fermi alla cava, con la scusa di rilevazioni e misurazioni, da settembre 2005 al 31 marzo 2009 per oltre 24 mesi di inattività» ha raccontato il cavatore al Gazzettino di Vicenza.
Dopo le denunce «mi hanno tutti girato le spalle - racconta l'imprenditore - due anni fa avevo un sacco di amici, spariti tutti; con le banche avevo aperto leasing per milioni di euro, ora non mi danno più niente e fanno pure le strozzine. Il male del settore estrattivo in Altopiano - rivela Colpo alla giornalista del Gazzettino - è l'individualismo. La legge è "mors tua vita mea". È anche per questo che non si è mai riusciti a creare un consorzio a tutela e valorizzazione del marmo di Asiago, sempre venduto per marmo Verona. È per questo che si è creato questo sistema marcio».
«Mi auguro che l'arresto del geometra sia solo l'inizio. Ci saranno sviluppi, spero molto più grossi, perché sono convinto che anche altri parleranno, ora che io per primo mi sono deciso. Il mio auspicio è che sull'Altopiano, per la gestione delle cave, scoppi una bomba in grado di scoperchiare un intero sistema che dura da tanti, troppi anni».Tutto sembra essere fermo, a confermare l'altra tesi sostenuta ancora con forza da Colpo: «L'Altopiano è peggio del sud Italia. In mano alla mafia. Solo che qui non usano le pistole, ti uccidono con l'ostruzionismo e se non accetti di far parte del "sistema", se non accetti certe regole, non lavori più, sei fuori e basta. La gestione cave va avanti con la regola «degli amici degli amici», controllata da un ristretto gruppo di famiglie».
Pietro Colpo oggi sta cercando sbocchi lavorativi lontano dall'Italia, in Romania.
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