mercoledì 26 ottobre 2011

MALTEMPO: I GEOLOGI, MANCA LEGGE DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L'anno scorso in Veneto, oggi in Liguria e Toscana. Perchè le violenti piogge portano morte e distruzione. L'opinione dei geologi. 


                                                                    Vicenza 2010 

Un territorio violentato e saccheggiato dall’uomo, unito ad un’atavica predisposizione dell’Italia al rischio idrogeologico, e norme urbanistiche arretrate: sono alcune delle cause che insieme spiegano quello che è accaduto in queste ore in Liguria e Toscana, dove le violenti piogge hanno portato morte e devastazione. L’analisi arriva dai geologi italiani, che conoscono bene le caratteristiche del suolo nel nostro paese e i rischi a cui è soggetto, e che ora chiedono con forza una nuova ‘legge di governo del territorio’. Come ci spiega in questa intervista Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi.

Perchè succede quello che abbiamo visto in Liguria, Toscana, o a Roma la settimana scorsa, oppure a Giampilieri, Sarno, Atrani, andando indietro nel tempo?
 Al di là della fragilità atavica del nostro territorio, c’è il problema che nel tempo l’uomo ha continuato a urbanizzare, costruire e consumare suolo. Questo ha fatto sì che diminuisse la capacità del terreno di assorbire l’acqua, con la conseguenza che i fiumi, già saccheggiati e violentati, non riescono più a smaltire questa quantità eccessiva di carico. Bisogna riconcepire le nostre città in modo diverso, perchè i modelli con i quali ci confrontiamo oggi non sono più adatti.

Di solito si dice che le norme ci sono ma non si applicano, voi invece chiedete nuove leggi. Cos’è che manca?
 Una classe politica illuminata dovrebbe capire che il territorio è la più grande infrastruttura che possediamo. E oggi cosa fa il governo per questa infrastruttura? Nulla. Ad esempio non possiamo avere ancora una legge urbanistica del 1942, con una concezione vecchia e ormai superata. Anche le leggi regionali sull’urbanistica, seppure aggiornate, sono rimaste ferme agli anni ‘70-’80. Serve una nuova legge di governo del territorio, un’azione di mitigazione del rischio idrogeologico. Mettere in campo azioni significa cominciare a fare un piano di manutenzione che abbia come primo obiettivo le aree metropolitane che sono quelle più a rischio. Ma di tutto questo non c’è assolutamente nulla, abbiamo solo una legge che impone alle Regioni di fare i Pai, i piani di assetto idrogeologici, ma quella non è un’azione di governo.

Quali sono oggi le zone più a rischio?
 Non si può dire in termini assoluti, ma di certo in generale tutte quelle più urbanizzate. E poi, per la conformazione del territorio, la Liguria, ma anche la Sicilia, si pensi a zone come Messina. Il problema non è solo legato al fatto che le città sono state concepite in maniera selvaggia, ma anche che non si è posta nessuna azione di rimedio. Se oggi ci fossero a ogni costruzione delle misure compensative del consumo di suolo, come ad esempio un sistema di raccolta delle acque, già sarebbe un primo passo, ma non esiste una legge che lo imponga.

Fonte: AgenParl

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