giovedì 17 novembre 2011

LO SCANDALO DELLE MUCCHE A TERRA IN PROVINCIA DI VICENZA

                                                    

                                          
                                                               COMUNICATO STAMPA

 Il calvario straziante di alcune mucche trascinate a forza verso il macello: dopo le ripetute denunce della LAV, nuova straordinaria inchiesta sullo scandalo delle "mucche a terra", realizzata da Edoardo Stoppa di Striscia la notizia (Canale 5) e trasmessa il 14 novembre: con un filmato realizzato in provincia di Vicenza. Mucche non in grado di deambulare, con fratture alle zampe e altre patologie, spinte a forza sul tir per essere portate al macello benché la normativa vieti la macellazioni di animali in tali drammatiche condizioni.
Le illegalità commesse ai danni delle “mucche a terra” non trovano soluzione e proseguono da anni nonostante le denunce, il divieto tassativo previsto dalla legge, le circolari ministeriali e le condanne per maltrattamento dei tribunali. Una vera e propria filiera di illegalità, di operatori economici che violano sistematicamente le leggi nazionali ed europee, provocando gravi sofferenze agli animali e l’immissione in commercio di carni a rischio sanitario per i consumatori. L’industria della macellazione ha trasformato la sofferenza di animali a fine carriera in un business molto produttivo.
Come LAV denunciamo da anni queste grave violazioni, la pratica dei certificati falsi rilasciati da medici veterinari liberi professionisti, l’inefficacia dei controlli sul benessere degli animali nei macelli, come dimostrano le relazioni annuali sui controlli durante il trasporto inviate a Bruxelles – afferma Roberto Bennati, vicepresidente LAV -  La veterinaria privata e il servizio sanitario pubblico difendano il proprio ruolo da questa economia illecita e tutelino la salute dei cittadini e il benessere degli animali. Chiediamo la radiazione dall’Albo dei medici veterinari del Medico intervistato ieri da Striscia la notizia, che non solo non ha smentito la paternità della documentazione ma anzi l’ha confermata ritenendo tale comportamento incredibilmente in linea con la propria coscienza di medico veterinario. Oltre all’eventuale reato di falso ideologico, che sarà accertato dalla Magistratura insieme ai reati di maltrattamento e altre gravissime ipotesi di reato contro la salute pubblica, si tratta di una piena ed evidente violazione del codice deontologico dei medici veterinari: ci auguriamo che l’Ordine dei Medici presso cui è iscritto il Medico coinvolto nell’inchiesta, voglia difendere una nobile professione esprimendo tolleranza zero verso tali comportamenti”.
Chiediamo inoltre al Ministero della Salute di aprire subito un tavolo con i Servizi Veterinari delle Regioni per l’applicazione della norma sul trasporto e per prendere provvedimenti incisivi nei confronti di questa filiera illegale, innalzando subito la vigilanza veterinaria nei macelli e applicando sanzioni amministrative e penali che nella materia sono molto chiare e nette. – prosegue Bennati - Chiediamo inoltre ai Servizi veterinari competenti di accertare le stalle di provenienza di questi animali e di  revocare immediatamente tutti i contributi pubblici a tali allevatori per le violazioni delle regole della condizionalità. Far pagare ai cittadini il prezzo di tanta barbarie è inaccettabile”. 
Ci domandiamo come sia possibile che tale illegalità continui e non possiamo che denunciare nuovamente la totale assenza di impegno a rispettare la legge da parte di molti allevatori, trasportatori, macellatori e medici veterinari. Proprio ieri si è conclusa l’Ispezione dell’Ufficio Veterinario della Commissione Europea nel nostro Paese, ispezione effettuata proprio per monitorare le inadempienze dell’Italia su questa materia ed è emblematico che proprio in queste ore vi sia stata una nuova denuncia così importante da parte di Striscia la notizia. Il sistema dei controlli veterinari sulle “vacche a terra” è stato più volte censurato dagli Ispettori della Commissione Europea, ci aspettiamo che anche questa volta avverrà una nuova e chiara reprimenda in questa direzione.
Ufficio Stampa LAV 06 4461325

Nessun commento:

Posta un commento