giovedì 19 gennaio 2012

PER NON ASPETTARE LA PROSSIMA INCHIESTA


Legambiente scrive all'assessore all'ambiente ed alla mobilità della Regione Veneto

Le inquietanti ipotesi fin'ora emerse riguardo ad un esteso sistema di smaltimento di rifiuti nei cantieri della Valdastico Sud confermerebbero, se validate dall'inchiesta in corso, una tendenza che si è consolidata nell'ultimo decennio: le rotte dei traffici dei rifiuti non seguono più la direttrice nord-sud, ma, in prevalenza puntano all'estero, Germania, Austria o paesi dell'est, o si fermano a pochi chilometri dal luogo di produzione. Anche il nordest è così divenuto negli ultimi anni luogo di destinazione di smaltimento illegale di rifiuti speciali e tossico nocivi. Già un'inchiesta analoga, denominata «Mercante di rifiuti» del 2005, aveva portato alla luce un vasto traffico di rifiuti stipati, tra l'altro, nelle massicciate della tratta della Tav Padova - Venezia, della strada del Santo Padova - Cittadella, del cavalcavia Camerini a Padova.
La Regione come pensa di far fronte a questa che si sta sempre più prefigurando come una triste realtà? Legambiente chiede che il sistema dei controlli venga ampliato e potenziato mettendo a disposizione degli operatori adeguati mezzi e strutture, mentre sembra che a farla da padrone siano ancora e sempre i soliti tagli. 

Smaltire illecitamente rifiuti rappresenta un'attività estremamente lucrosa: ditte di movimento terra che praticano questo traffico, in generale, sono in grado di proporre, in sede di appalto dei lavori, offerte vantaggiose che spesso emarginano concorrenti che al contrario lavorano onestamente. I committenti hanno il dovere di tenere gli occhi aperti e denunciare eventuali anomalie.
Perché il Veneto non si è ancora dotato del Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali? Legambiente pretende che questa inadempienza vergognosa sia colmata il prima possibile altrimenti si continuerà a prestare il fianco al proliferare di traffici e conferimenti illegali di rifiuti ad opera di ogni tipo di organizzazione criminale.

Anche la «filiera» costruttiva delle grandi opere può essere un utile campanello di allarme. Se nel caso della Valdastico Sud l'affidamento dei lavori ha seguito procedure «normali» (legge Merloni e successive modifiche), altre grandi opere venete sono state o saranno eseguite e progettate in project financing e, a volte, anche con l'uso della decretazione d'emergenza, come nel caso del Passante di Mestre e della Pedemontana Veneta, bocciata da una recente sentenza del Tar del Lazio. La stessa Corte dei Conti in merito ai lavori per il Passante di Mestre scrive, nella relazione conclusiva del 6 maggio del 2011: «La criminalità    organizzata tende ad assumere un ruolo preponderante non tanto nella fase dell’aggiudicazione, ma nella fase dell’esecuzione, privilegiando il suo inserimento, anche nel circuito economico delle grandi opere, attraverso il sub-appalto o le attività di fornitura di merci e servizi locali, e rappresentando, tra l’altro, una fonte di costo “extra”. Del resto la libertà di cui gode il soggetto esecutore che deve assicurare l’esecuzione dell’opera 'con ogni mezzo' e non deve scegliere le imprese mediante procedure concorsuali, può trasformarsi in occasione di infiltrazione malavitosa. O ancora le dichiarazioni, risalenti al dicembre 2010 del colonnello Michele Sarno, del comando dei carabinieri di Vicenza: «il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata che dispone di grandi somme da "ripulire" sono reali, soprattutto in una regione ricca e dinamica come il Veneto. Per questo vigiliamo e lo faremo sempre di più, in particolare sui grandi appalti, come quelli della superstrada Pedemontana».
Dentro l'emergenza passa di tutto, Legambiente chiede di chiudere definitivamente con la stagione delle emergenze e delle procedure straordinarie che hanno provocato una "mutazione genetica” delle ordinanze di protezione civile e provocato una marginalizzazione dei procedimenti di affidamento previsti dalla normativa sulle opere pubbliche. Chiede inoltre alla Regione  che imponga procedure trasparenti e sappia garantire l'accesso agli atti da parte dei soggetti portatori d'interessi diffusi come associazioni e comitati di cittadini.

Nell'attesa che l'inchiesta faccia il suo corso e chiarisca se la Valdastico Sud sia o meno "l'autostrada dei veleni", la politica non stia semplicemente alla finestra, ma fin da subito si attrezzi per attuare tutte le necessarie contromisure. Per non aspettare la prossima inchiesta.



Luigi Lazzaro
Presidente Legambiente Veneto

Nessun commento:

Posta un commento