mercoledì 11 gennaio 2012

QUEI CAMION SOSPETTI DA CROTONE ALLA VALDASTICO SUD


Ora spunta un convoglio di 80 camion sospetti che, nel 2009, si dirigevano da Arzignano ai cantieri dell’autostrada Valdastico Sud. Un nuovo tassello che si aggiunge alla vicenda degli scarti di fonderia che sarebbero stati sparsi nel sottofondo stradale della A31, denunciata dall’archeologo dilettante Marco Nosarini e da Medicina Democratica, e sulla quale sta indagando il pm Rita Ugolini della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Venezia. Le ricerche di Nosarini si riferiscono al periodo fra il 2009 e il 2010 e al lotto di Albettone. Ma il traffico di camion era partito da tempo, anche sul primo lotto. Fra agosto e settembre del 2009 è stato infatti intercettato dai vigili urbani un convoglio di circa 80 camion: passavano di sera, sulla strada che da Montebello porta ad Arzignano.
Qualcuno era stato multato per sovraccarico, poi erano ripartiti: non è infatti nelle competenze della polizia locale controllare il materiale contenuto nei bilici. Ripartivano alla volta dell’autostrada Valdastico Sud, così affermavano gli stessi autisti, e per la precisione del primo lotto, quello di Longare e Torri di Quartesolo. Si tratta del tratto più avanzato della nuova autostrada, che va da Vicenza Est al casello di Longare, e che sarà aperto alla circolazione nel giugno del 2012.
Quei camion provenivano da Crotone portando materiali di sottofondo stradale, come ricostruisce il comitato di tutela del territorio di Orgiano e Asigliano Veneto: «Carichi di materiale trasportati da Società di autotrasporti con camion sovraccarichi di materiali e targati Crotone o addirittura Caserta e Napoli che transitavano tranquilli, se non forse per qualche multa beccata per sovraccarico, mentre l’attualità parlava di ritrovamenti di nave piene di rifiuti speciali affondate al largo della Calabria». Di qui ad affermare l’irregolarità del contenuto, ovviamente, ce ne passa. Ma, dato il contesto, è lecito farsi qualche domanda.
Le rotte di altri camion sono tracciate nell’esposto presentato da Noserini e Medicina Democratica, assistiti dall’avvocato Edoardo Bortolotto: «Lo stesso signor Marco Noserini si informava sulla provenienza di tale materiale di scarto – si legge nell’esposto – e seguendo il percorso dei camion, scopriva che la maggior parte proveniva da una grossa acciaieria alle porte della città di Vicenza, l’Acciaieria Beltrame spa» (che sul Corriere del Veneto di oggi si è difesa sostenendo che i materiali che vi escono sono inerti e non tossici e i camion utilizzati non sono suoi). E ancora: «Lo stesso Noserini provvedeva a denunciare i fatti sopra esposti al Sindaco del comune di Albettone (Vicenza) senza tuttavia ad oggi ottenere alcun effetto». L’esposto è stato depositato alla procura di Brescia il 22 luglio 2011, il fascicolo poi è stato trasferito alla Dda di Venezia. Dalla denuncia all’uscita della notizia sulla stampa, a fine dicembre, sono quindi passati diversi mesi. Un lasso di tempo non piccolo per le indagini della magistratura.

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